A Senigallia (An), venerdì 22 maggio 2015 alle 21.15, ci sarà un evento culturale molto significativo, dedicato alla cultura della fotografia e all’arte contemporanea; il giovane critico d’arte e della fotografia Luca Panaro, uno dei più attivi ed originali del panorama nazionale, presenterà in anteprima nazionale il suo ultimo libro Visite brevi edito da Quinlan nel 2015, nella casa del grande fotografo Ferruccio Ferroni, che per l’occasione speciale sarà possibile visitare, in via Piemonte 7/A a Senigallia.
Luca Panaro (Firenze, 1975) è critico d’arte e curatore. Insegna “Storia della critica fotografica” all’Accademia di Belle Arti di Brera e “Iconografia fotografica” al Politecnico di Milano. Tra i suoi libri: L’occultamento dell’autore. La ricerca artistica di Franco Vaccari (2007), Tre strade per la fotografia (2011), Conversazioni sull’immagine (2013), Casualità e controllo. Fotografia, video e web (2014), Visite brevi (2015). Ha pubblicato su Enciclopedia Treccani XXI Secolo il saggio Realtà e finzione nell’arte contemporanea (2010) e co-curato i volumi Generazione critica (2014-2015). Dal 2010 è direttore artistico della rassegna “Centrale Fotografia” di Fano.
L’evento è organizzato dall’editore Quinlan e dall’Associazione culturale Centrale Fotografia, in collaborazione con Lidia Ferroni Barucca, l’amorevole consorte di Ferruccio Ferroni, che dalla sua scomparsa avvenuta nel settembre del 2007, si è sempre impegnata a mantenere vivo il ricordo del marito, come uomo e come artista; nella casa di Ferroni è ancora possibile sentire la sua presenza, la sua cultura e sensibilità, osservare le sue fotografie originali e i suoi libri d’arte e di fotografia; è possibile osservare la camera oscura di Ferroni, un luogo dove sono venute alla luce le fotografie di un importante fotografo del novecento, allievo prediletto del Maestro Giuseppe Cavalli (Lucera, 1905 – Senigallia, 1961).
Visite brevi contiene cento brevi recensioni degli eventi caratterizzanti gli ultimi quindici anni di arte visiva in Italia, che tracciano un quadro nitido dello scenario in cui si sviluppa l’arte contemporanea. Artisti, curatori, spazi, e poi tendenze, flussi e riflussi che, riletti con la giusta distanza temporale, evidenziano un percorso fatto di tentativi, più o meno riusciti, riconducibili a logiche dominanti o all’originalità di alcuni outsider. Da dove veniamo, a che punto siamo e dove andiamo, la risposta in questo caso non è dentro di noi (e non è sbagliata), ma è rintracciabile nel percorso collettivo fatto in questi tre lustri. Quindici anni che, parlando di contemporaneità, sono un’eternità, ma anche la distanza minima per una corretta messa a fuoco di ciò che si è definito arte dopo il Duemila.
Alcune cose oggi già dimenticate e altre consolidate, scorrono, annotate negli anni quasi in forma diaristica, rendendo il quadro delineato da Luca Panaro ancora vivace e in grado di chiarire lo “stato dell’arte”, che non è solo il risultato delle individualità eccezionali divulgate nei manuali storici, ma soprattutto un insieme di influenze culturali, attività pratiche e formalizzazione di necessità che i tempi richiedono. La testimonianza di Panaro coinvolge così tutta la comunità artistica rilevando gli eventi durante il loro stesso svolgimento; non troverete in queste Visite brevi una prevedibile riflessione a posteriori, ma un racconto in differita sempre calibrato sulla contemporaneità non ancora archiviata come Storia. Panaro registra così lo spirito del tempo, prima che, fisiologicamente, quel grande inventario che è l’arte contemporanea si appresti a girare un’altra pagina – così ci riferisce Roberto Maggiori di Quinlan – che sarà uno dei protagonisti della presentazione del libro.
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