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“Centrale Fotografia” in mostra al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro

“Il paesaggio naturale nel paesaggio antropico”. E’ questo il titolo della mostra che sarà inaugurata domenica 13 novembre 2011, alle 18, nella ex Chiesa del Suffragio del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro. L’evento (aperto fino al 27 novembre), è organizzato dal Parco Naturale del San Bartolo in collaborazione con l’associazione culturale “Centrale Fotografia”, la Stamperia Digitale Benelli e Foto Capri di Fano, ed è il risultato di un corso di fotografia del paesaggio che l’Ente Parco ha organizzato nel settembre del 2010, ottenendo grande consenso in tutta la provincia.
Accanto alle fotografie selezionate, che riassumono il lavoro dei trenta corsisti, ci sarà un’istallazione video curata da Gianluca Vincenzetti  e, nella saletta video, sarà possibile vedere l’intera conferenza ” Il metodo nel linguaggio fotografico “svolta a fine corso da Piero Pozzi, docente di fotografia al Politecnico di Milano.  Infine, a completamento della giornata inaugurale, è previsto l’ intervento del Prof. Nando Cecini , e l’istallazione sonora di Alessandro Buccioletti .
“Il progetto è stata un’occasione per riflettere sullo stato del San Bartolo, sulla sua storia e sul rapporto che il Parco ha con il territorio ad esso limitrofo – spiega l’architetto Roberta Martufi, – consigliere dell’Ente Parco -. Dalle sue pendici si possono infatti osservare scorci naturali di incredibile bellezza, come la falesia, o vedute dove l’elemento umano ha inesorabilmente cancellato il paesaggio agrario sostituendolo con un paesaggio industriale. Si possono osservare Ville e Borghi, dove la storia si racconta, e orizzonti marini dove lo sguardo si perde”. “Il corso è stato anche luogo di dibattito intorno alla tecnica fotografica applicata all’indagine sul campo e alla riflessione personale – puntualizza Marcello Sparaventi, Presidente di Centrale Fotografia – e i partecipanti hanno potuto confrontarsi con professionisti che li hanno guidati lungo tutto il periodo”. “Il Parco San Bartolo ha come compito istituzionale la tutela e la valorizzazione dei beni paesaggistici, culturali e naturali – afferma il presidente Domenico Balducci – e anche promuovere  la conoscenza del territorio. L’ evento sposa in pieno queste finalità, per questo il consiglio del Parco ha deciso di far proseguire la mostra a Fiorenzola di Focara, dal 10 dicembre 2011 al 8 gennaio 2012” e di presentare il catalogo del progetto “Il paesaggio naturale nel paesaggio antropico” nell’antico borgo. 

Per informazioni: Ente Parco San Bartolo 0721 268426 cell. 348 3572203 www.parcosanbartolo.it
Centrale Fotografia tel. 347 2974406

Il tono più alto. Omaggio a Giuseppe Cavalli, a cinquant’anni dalla sua scomparsa

Pesaro 29 ottobre 2011, Sala del Novecento dei Musei Civici

 

I curatori dell’evento, Marcello Sparaventi e Daniele Cavalli

 

Lo storico della fotografia Cesare Colombo, autore delle schede del catalogo

 

 

 

Sabato 29 ottobre 2011 nella sala del ‘900 dei Musei Civici un appuntamento per ricordare Giuseppe Cavalli, fotografo – marchigiano d’adozione – e divulgatore del linguaggio fotografico tra i più influenti del secolo scorso. L’omaggio viene celebrato a 50 anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Senigallia il 25 ottobre 1961.

Sabato 29 ottobre alle 17, nella Sala del ‘900 dei Musei Civici di Pesaro si terrà un evento dedicato alla fotografia d’autore per rendere omaggio a Giuseppe Cavalli, fotografo, intellettuale e divulgatore del linguaggio fotografico tra i più influenti del secolo scorso. Cavalli viene ricordato cinquant’anni dopo la sua scomparsa che avvenne a Senigallia il 25 ottobre del 1961.

L’incontro è anche l’occasione per presentare il catalogo – ‘Il tono più alto. Omaggio a Giuseppe Cavalli, a cinquant’anni dalla sua scomparsa’ – che contiene alcune tra le più significative immagini in bianco e nero di Cavalli. Nato a Lucera il 29 novembre 1904 ma marchigiano d’adozione dal 1938, è stato fondatore e animatore del gruppo Misa di Senigallia, fucina della grande tradizione fotografica di quella città – un nome per tutti Mario Giacomelli -, e del circolo fotografico di Milano ‘La bussola’ di cui scrive il manifesto programmatico (“Noi crediamo alla fotografia come arte..”). Viene riconosciuto come un maestro della fotografia d’arte per i suoi inconfondibili toni delicati e le composizioni rigorose.

L’appuntamento del 29 ottobre avverrà alla presenza di Gloriana Gambini, assessore alla cultura del Comune di Pesaro, e prevede un intervento e un audiovisivo “Cavalli: il suo tempo, la sua eredità”,  di Cesare Colombo, critico e storico della fotografia autore delle schede del catalogo, e la partecipazione di Daniele Cavalli, figlio dell’artista e responsabile dell’archivio “Giuseppe Cavalli” di Roma, di Riccardo Gambelli, uno dei fotografi dello storico gruppo Misa, e di Lidia Ferroni moglie di Ferruccio Ferroni anche lui allievo di Cavalli e socio fondatore del gurppo Misa. L’iniziativa è promossa dall’associazione culturale “Centrale Fotografia” in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pesaro ed è curata da Marcello Sparaventi e Daniele Cavalli,  con il contributo speciale di General Tempering Pesaro, Omnia Comunicazione Editore Fano e Stamperia Digitale Benelli Pesaro.

La storia di questo evento ha radici lontane. Nel 2009 nasce al ‘Caffè Centrale’ di Fano l’associazione culturale ‘Centrale Fotografia’ che inaugura la prima edizione della rassegna omonima con la storia della “scuola fotografica marchigiana”. Uno degli appuntamenti in programma vede protagonista proprio Giuseppe Cavalli che nel 1938, di passaggio a Senigallia, rimane talmente colpito dalla bellezza dei luoghi e dall’amabilità dei suoi abitanti da decidere di rimanere a vivere in questa città. Da Senigallia a Pesaro. Nell’agosto del 1959, due anni prima della sua morte, Cavalli espone a Pesaro, in una sala dell’hotel Cruiser, 34 fotografie tutte scattate in quell’anno, accompagnate da un testo critico del pittore Nino Caffè; una delle immagini – Vela marchigiana – compare anche nel catalogo presentato il 29 ottobre. Sempre nel 1959, esce a Milano da Schwarz Editore ‘Nuova Fotografia Italiana’, un’importante antologia critica dedicata alla fotografia, firmata da Giuseppe Turroni e in cui Cavalli viene considerato uno degli esponenti più influenti nella cultura e diffusione della fotografia italiana.

L’evento ai Musei Civici di Pesaro dedicato a Giuseppe Cavalli, vuole colmare una lacuna e rappresentare il punto di partenza per la riscoperta di un grande intellettuale e artista che ha amato profondamente le Marche e senza il quale, forse, la fotografia italiana non avrebbe raggiunto i risultati che per qualche decennio l’hanno resa famosa in Europa.

Il catalogo è realizzato da OMNIA Comunicazione Editore con il contributo della General Tempering Pesaro.

Organizzatore Associazione Culturale ‘Centrale Fotografia’ in collaborazione con Comune di Pesaro Assessorato alla Cultura, con il contributo di Omnia Comunicazione Editore Fano e Stamperia Digitale Benelli Pesaro, con il contributo speciale di General Tempering Pesaro

Luogo:Musei Civici, Pesaro

Data Inizio Evento: 29-10-11 ore 17

ingresso gratuito

Informazioni: tel 347 2974406

www.centralefotografia.com

Info Disabili: accesso disabili

 

Giuseppe Cavalli –  Lucera, 29 novembre 1904 – Senigallia, 25 ottobre 1961

Tre strade per la fotografia (anteprima nazionale)

 

Giovedì 20 ottobre ore 21.15

Sala Verdi del Teatro della Fortuna

Piazza XX Settembre, Fano

 

Presentazione del libro di

Luca Panaro

Tre strade per la fotografia

(APM Edizioni)

Intervengono

Ludovico Pratesi (Direttore Artistico Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro)

Lucia Miodini (docente di Storia della fotografia, ISIA di Urbino)

Luca Panaro (autore)

Franco Mancinelli (Assessore alla Cultura, Comune di Fano)

Marcello Sparaventi (Presidente di Centrale Fotografia)

 

In uscita in questi giorni nelle librerie, il libro di Luca Panaro Tre strade per la fotografia, APM Edizioni, sarà presentato al pubblico in una serie di incontri, nei quali l’autore dialogherà con curatori e esperti di fotografia di diverse città italiane. Il primo incontro si terrà giovedì 20 ottobre alle 21.15 presso la Sala Verdi del Teatro della Fortuna di Fano, in collaborazione con l’associazione culturale Centrale Fotografia, che organizza la rassegna annuale di eventi sulla fotografia e l’arte contemporanea, giunta alla terza edizione e di cui Panaro ha curato le ultime due.

Dialogheranno con l’autore Ludovico Pratesi, Direttore Artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e Lucia Miodini, docente di storia della fotografia all’ISIA di Urbino. Interverranno Franco Mancinelli, Assessore alla Cultura del Comune di Fano e Marcello Sparaventi, Presidente di Centrale Fotografia.

 

In questo saggio Luca Panaro individua, fra le molte strade percorse dalla fotografia contemporanea,  quelle che meglio si fanno interpreti del nostro tempo: l’«archivio» inteso come “forma simbolica” e come luogo da cui prelevare fotografie preesistenti depositarie di significati ancora da scoprire (Andy Warhol, Gerhard Richter, Franco Vaccari); la «realtà» come spettacolo quotidiano che si svolge all’interno delle quattro mura domestiche come nei reality televisivi (Larry Clarke, Nan Goldin, Sophie Calle); la «finzione» come documentazione di mondi fittizi che soltanto il mezzo fotografico può trasformare in future verità (James Casebere, Thomas Demand, Luigi Ghirri).

Le tre strade per la fotografia che Panaro suggerisce nei capitoli del libro si possono estendere ad altre espressioni artistiche, come la video-arte, il cinema sperimentale, o i cosiddetti new media.

 

1. L‘archivio come forma simbolica

Panaro parla dell’archivio come “forma simbolica” di un’epoca passata, ma che in un certo senso stiamo in parte ancora vivendo. Oggi migliaia di artisti in tutto il mondo prelevano fotografie e video e le riutilizzano per dare vita a nuove opere d’arte. L’autore rintraccia l’origine di questo fenomeno indicando quali artisti nel secolo scorso hanno introdotto il prelievo di un oggetto oppure di un’immagine come atteggiamento artistico. Spiegando in che modo questo possa essere l’elemento che accomuna cento anni di storia dell’arte, dalle avanguardie d’inizio Novecento fino all’epoca attuale.

2. La realtà come spettacolo quotidiano

Parlare di realtà a proposito della fotografia può sembrare banale, vista la specificità del mezzo a cui ci riferiamo e la sua apparente vicinanza al vero, risulta pertanto necessario individuare una sottocategoria per proporre una discussione seria sull’argomento. In questo caso l’interesse di Panaro è caduto sulla spettacolarizzazione della vita quotidiana che ormai da tempo contraddistingue la nostra società, ma nello specifico su quegli artisti che hanno rivolto l’obiettivo su loro stessi e sulla piccola comunità d’individui a cui appartengono, in una visione intima e condivisa. Ma si tratta di una realtà però che da un momento all’altro può trasformarsi in spettacolo, a prescindere dal grado di consapevolezza dei partecipanti.

3. La finzione come futura verità

La fotografia ha sempre mentito e sempre lo farà. Ancora oggi però ci stupiamo quando questo accade, nonostante l’affermarsi delle tecnologie di matrice informatica lascerebbe pensare il contrario. Ma in che modo l’immagine mente? Ci sono tante occasioni per fingere utilizzando la fotografia. Evitando di parlare di alcuni autori della cosiddetta staged photography, uno dei generi più fortunati della scena artistica statunitense degli ultimi decenni, Panaro ha trovato invece più interessante approfondire la conoscenza di quegli autori che hanno rivolto una particolare attenzione alla ricostruzione di ambienti architettonici. Situazioni che possiamo già considerare finzione prima ancora di essere trasformate in fotografia, ma che necessitano di quest’ultimo passaggio per mutare una momentanea bugia in futura verità.

 

CENNI BIOGRAFICI

Luca Panaro è nato a Firenze nel 1975. Laureato in Arte al DAMS dell’Università di Bologna, dal 2007 insegna al Biennio specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 2005 collabora con il Laboratorio Arti e Comunicazione Visiva del Politecnico di Milano, sede di Piacenza. Dal 2010 è direttore artistico della rassegna “Centrale Fotografia”, Fano. Ha pubblicato il libro L’occultamento dell’autore (APM, 2007). Tra le sue opere più recenti: Realtà e finzione nell’arte contemporanea in Aa. Vv., XXI Secolo – Gli spazi e le arti (vol. 4, Enciclopedia Treccani, Roma 2010) e Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web (Electa-Mondadori, Milano 2010). Ha curato volumi monografici di Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruno Munari e Franco Vaccari. Attualmente scrive su «Arskey» e «Flash Art».

 

APM Edizioni

Tre strade per la fotografia di Luca Panaro, si inserisce nell’interessante proposta editoriale della casa editrice APM. Un nome che ha le sue radici nella storia della città di Carpi (MO), l’acronimo di Aldo Pio Manuzio, tutore e stampatore del principe di Carpi Alberto III Pio (XV secolo) e ritenuto il primo editore in senso moderno. APM ha infatti un’eredità storica lunga secoli e la sua storia si snoda attraverso i fatti del passato della città carpigiana. Oggi si propone oggi al pubblico con un’offerta editoriale specializzata in volumi su arti visive, fotografia, architettura, illustrazione, cataloghi di mostre e pubblicazioni d’arte di pregio. Tra le recenti pubblicazioni: Mario Cresci. Dentro le cose, Olivo Barbieri. Selected works 1978-2010, Fantasia esatta. I colori della luce di Bruno Munari.

 

 

Due ruote di speranza

Arrivo di Aldo Bottoli e Piero Pozzi a Pesaro

Come ogni buon viaggiatore degno di questo nome i due ciclisti sono arrivati all’appuntamento di Fano a palazzo Corbelli con un leggero ritardo: la puntualità è una scoria del tempo che dedichiamo al lavoro mentre loro sono qui per raccontarci un’avventura fatta di scorribande improvvisate, deviazioni dove la velocità cede il passo al ritmo lento della pedalata. Un lento e silenzioso fluire dove la sosta è quasi obbligata perchè non puoi resistere al richiamo della bellezza di un paesaggio; l’improvviso irrompere del profumo di una brezza marina ti sbarra il passo e impone al, cicloturista , non sigillato dal bozzolo di ferro e lamiera dell’auto, improvvise e non previste deviazioni: nella pineta di Cervia o sul colle San Bartolo. Piero Pozzi, fotografo e ciclista, e Aldo Bottoli, ciclista e phone grafics, partiti nella mattinata da Ravenna e approdati a Fano domenica pomeriggio, hanno raccontato di questa loro esperienza di viaggio alternativo davanti ad un pubblico incuriosito e partecipe che al termine della serata, nella sala principale di palazzo Corbelli, ospiti della Carifano, li ha subissati di domande. Presentati dal presidente di Centrale Fotografia Marcello Sparaventi, i due foto esploratori su due ruote, a propulsione elettrica, hanno avuto modo di approfondire il senso del loro progetto “Viaggio nel paesaggio italiano” dichiarando: il nostro è un viaggio lento e silenzioso che unisce e come un filo lega e da forza ai tanti piccoli gesti quotidiani che, di colpo, rende visibili rivelando ciò che è già presente …. Il loro è un vero e proprio atto di denuncia contro le istituzioni che governano il territorio colpevoli, con la costruzione di bretelle, rotonde e superstrade, di aver trascurato e calpestato in tutti questi anni i diritti dei ciclisti per agevolare il traffico delle auto. Per porre rimedio al rumore del traffico e dall’inquinamento che esso produce non si è pensato di meglio poi che, accusa Pozzi, costruire barriere antirumore, giustamente pretese dai cittadini. Staccionate di verto e cemento che hanno trasformato strade e autostrade in cunicoli dove ti è concesso vedere solo la targa della macchina che ti precede e i cartelloni pubblicitari. Nulla più. Un atto d’accusa dei due docenti del Politecnico di Milano aperta però ad una certa dose di ottimismo. Fiduciosi come sono sulle capacità reattive della parte sana dell’Italia quella che hanno definito la grande forza attiva e calma dell’Italia che lavora; la capacità di reagire e di intraprendere dei suoi abitanti che nel passato, più lontano ma anche recente, hanno contribuito a plasmare uno dei paesaggi più belli al mondo. Un patrimonio culturale e paesaggistico di inestimabile valore. E ricordalo a tutti noi è stato utile soprattutto nell’anno in cui si celebra il 150° anniversario dell’unità d’Italia: la vera musa ispiratrice del viaggio fotografico e letterario di Piero Pozzi e Aldo Bottoli. Centrale Fotografia e la Scuola di Paesaggio Roberto Signorini impegnati da anni nel divulgare la cultura del territorio attraverso il linguaggio della fotografia non potevano certo sottrarsi all’appuntamento di ieri sera a palazzo Corbelli. Anzi hanno caldeggiato e promosso la realizzazione dell’iniziativa facendosi carico dell’organizzazione dell’evento grazie anche alla disponibilità del presidente della Carifano Francesco Giacobbi che da sempre crede al valore della fotografia come mezzo espressivo dalla forte impronta etica. Dunque due ruote di speranza quelle su cui viaggiano Pozzi e Bottoli, docente di Storia della fotografia il primo e professore di Percezione e colore il secondo; un racconto di viaggio nell’Italia volenterosa, dalle Alpi alla Sicilia, che i due elettro ciclisti vorranno condividere con tutti noi attraverso la realizzazione di un vero e proprio diario; un abbecedario strutturato in 21 capitoli sull’Italia che cambia. E come ha ricordato nei saluti Marcello Sparaventi leggendo un comunicato del Presidente della Carifano un’’Italia che è ancora capace di offrire a chi, come voi, conserva il desiderio, la tenacia e la curiosità di vedere, di cercare e di apprezzare il patrimonio culturale e paesaggistico di questo nostro Paese.

Massimo Conti

“Viaggio nel paesaggio”, incontro presso la Galleria Carifano a Palazzo Corbelli, con il prof. Aldo Bottoli e il prof. Piero Pozzi

Lido di Fano, da sinistra: Aldo Bottoli, Piero Pozzi e Marcello Sparaventi

Presentazione della nuova edizione Einaudi di “Fotografia e inconscio tecnologico” al Museo di Fotografia Contemporanea

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Un evento significativo quello del 16 aprile 2011 a Cinisello Balsamo, la presentazione della nuova edizione Einaudi di “Fotografia e inconscio tecnologico” in versione ampliata; un incontro al Museo di Fotografia Contemporanea, dove sono intervenuti oltre all’autore Franco Vaccari, Roberta Valtorta, Paola Di Bello, Nicoletta Leonardi e Luca Panaro.
Gli scritti di Vaccari, pubblicati per la prima volta nel 1979, un anno storicamente considerato cruciale per gli sviluppi della cultura fotografica italiana (a cavallo tra anni Settanta e Ottanta anche Sontag, Barthes, Dubois pubblicano i loro importanti scritti), e successivamente ripubblicati nel 1994 in edizione ampliata, vengono presentati ora in edizione ancora più ricca e completa da Einaudi Editore.
Franco Vaccari è stato lo scorso anno l’ospite d’onore a Fano della seconda edizione della rassegna “Centrale Fotografia”; il 6 giugno 2010 allla Sala verdi del Teatro della Fortuna, venne proiettata per la prima volta tutta la sua produzione video e si svolse anche un interessante incontro con Luca Panaro.
Grazie Franco per il tuo importante lavoro artistico.

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Da sinistra: Luca Panaro, Roberta Valtorta e Franco Vaccari che saluta il pubblico

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Da sinistra: Luca Panaro, Roberta Valtorta, Franco Vaccari, Paola Di Bello e Nicoletta Leonardi

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Da sinistra: Marcello Sparaventi, Franco Vaccari, Paola Di Bello, Luca Panaro e Roberta Valtorta

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Il pubblico per Franco Vaccari al Museo di Fotografia Contemporanea

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L’intervento di Luca Panaro che parla di “Fotografia e inconscio tecnologico”…