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Riflessioni dopo l’incontro con Glauco Maria Martufi

ph. Guido Zonghetti

 

Dopo l’incontro con il prof. Glauco Maria Martufi, una nostra corsista ci ha mandato delle riflessioni che condividiamo per approfondire le tematiche del paesaggio, affrontate nel corso FANO-URBINO luoghi e vie di comunicazione:


La curiosità è una delle caratteristiche che alimenta la personalità: luoghi, libri ed opere d’arte sono il pane quotidiano di cui si nutre il genere umano quando ha sete di sapere. Questa riflessione nasce spontanea nel momento in cui ci si sofferma a pensare al territorio che ci circonda, così pieno di colori sapori e ricordi.
Spesso capita che alcune bellezze territoriali siano a noi sconosciute poiché le possiamo avere sempre a nostra disposizione e così cerchiamo il lontano, il misterioso senza renderci realmente conto che il “bello” è molto vicino a noi.
L’incontro di mercoledì scorso (12 ottobre 2011) ha suscitato in me tali pensieri: la scoperta di alcuni luoghi storici del nostro territorio ha fatto crescere la consapevolezza di volermi soffermare più attentamente su particolari vicini ma a me ignoti.
Grazie all’attenta analisi visiva di Glauco Maria Martufi sono riuscita a scoprire alcuni dei più caratteristici borghi della nostra provincia. Strade, case, alberi e sentieri, costituiscono il cuore della nostra terra, così ricca di storia e di particolari.
L’elemento che maggiormente mi ha colpito è la vivacità di colori e di particolari di Sant’Angelo in Vado. Le quattro immagini a noi presentate mostrano la tipica cascata del paese. Ma la particolarità sta nel catturare l’immagine in quattro fasi diverse, dandoci la possibilità di una prospettiva di tipo impressionista. Allo stesso modo il pittore Monet dipinse quattro tele raffiguranti Notre Dame de Paris studiandone la luce ed il colore dando vita a quattro dipinti con lo stesso soggetto ma con un occhio diverso. Vennero dipinte in diversi momenti della giornata: alba, mezzogiorno, tramonto e notte.

Allo stesso modo la cascata di Sant’Angelo in Vado è un’esplosione di colori i quali ci permettono di collegare un quadro impressionista con una fotografia fatta in momenti diversi. La cascata dipinda di bianco ci riporta in un contesto surreale mentre i colori autunnali ci danno un senso intenso di calore. Sinceramente trovo estremamente interessante ritrarre un soggetto guardandolo da prospettive stagionali per coglierne i cambiamenti ed è in questa situazione che l’occhio ha un ruolo decisivo.

A mio parere un bravo fotografo dev’essere in grado di catturare qualsiasi sfumatura che un soggetto sia in grado di esprimere. Ed è per questo che ogni persona vede il mondo con occhi diversi utlizzando la macchina fotografica come un tramite tra l’idea e il concetto stesso.

Senza dubbio riscoprire i paesaggi della mia provincia sarà un modo per scavare più a fondo con realtà che mi appartengono da vicino, cercando di coglierne gli aspetti storici, sociali e culturali da me spesso accantonati.

 

Claudia Campagna

 

RIFLESSIONI PRELIMINARI ALL’USCITA FOTOGRAFICA DELL’ 8 OTTOBRE

ph. Guido Zonghetti

 

Sabato 8 Ottobre si è svolta la prima uscita fotografica del corso FANO-URBINO. Cristian Vescovi, uno dei nostri collaboratori, ci ha lasciato delle riflessioni personali che condividiamo con tutti i corsisti. Spunti utili per affrontare il tema del paesaggio mediante la fotografia:


Consultando i comuni dizionari della lingua italiana alla parola “paesaggio” si danno definizioni del tipo “parte del territorio che si abbraccia con lo sguardo da un punto determinato” oppure, forse più appropriato per il nostro campo applicativo “una porzione di territorio come appare a chi lo guarda“.

Nella Convenzione Europea del Paesaggio al capitolo 1, articolo 1 si legge: “Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.territori

Diciamo subito allora che il paesaggio non è il territorio, il paese o il sito ma è il risultato dell’interazione tra un soggetto (persona) e questi ultimi.

Il soggetto (persona) è in definitiva parte integrante del paesaggio che compone; nessun paesaggio senza soggetto!

Attenzione. La parola “paesaggio” contiene in sé una ambiguità; nello stesso termine convivono due significati distinti:

– paesaggio come spazio visto e quindi esperienza di una persona che si rapporta ad un territorio.

– paesaggio come rappresentazione artistica e/o tecnica.

Durante le nostre uscite ognuno farà esperienza del paesaggio inteso come spazio visto ed attraverso la fotografia ne darà la propria rappresentazione tecnico-artistica (paesaggio-immagine).[1]

Nella fase di rappresentazione del paesaggio attraverso il mezzo fotografico emerge uno dei caratteri fondamentali della fotografia “l’inquadratura”; per forza di cose occorre scegliere cosa includere e quello che si vuole lasciare fuori dalla rappresentazione.

“Questo è il problema fondamentale della fotografia, cioè sapere esattamente che cosa voglio rappresentare e che cosa voglio comunicare con la mia immagine”[2].

Per quanto attiene alle nostre uscite la prima parte del problema, è risolto, è il tema del corso[3]!  per la seconda parte non c’è che l’imbarazzo della scelta, all’interno dei tre temi principali (la strada Flaminia, il fiume Metauro e la linea ferroviaria Metaurense) le chiavi di lettura sono innumerevoli e tutte ugualmente valide[4].

Dato che la materiale realizzazione dei concetti sopra esposti avviene tramite la fotocamera è opportuno (per quanto possibile) un suo utilizzo in modalità manuale quale strumento per aumentare la consapevolezza dell’influenza dei vari settaggi sul risultato finale. In fondo se fotografia significa “scrittura con la luce” la fotocamera è la nostra penna e una penna che scrive da sola sarà comoda ma un po’ (troppo) invadente.

 


[1] Per approfondire questi concetti si veda Michael Jakob, “Il paesaggio”, Il Mulino, 2009.

[2] Luigi Ghirri, “Lezioni di fotografia”, Quodlibet Compagnia Extra, 2010.

[3] Fano↔Urbino, luoghi e vie di comunicazione.

[4] Il rapporto tra le tre realtà indagate e la popolazione, come le tre realtà indagate hanno influenzato lo sviluppo urbano all’interno del territorio, voler evidenziare dettagli urbani o naturali, proporre una vista panoramica a grande scala quasi topografica, la veduta idilliaca da cartolina (perché no, basta che sia scelta consapevole), l’intento artistico o performativo, e via così all’infinito…

Un ricordo per Roberto Signorini…

X Signorini W

E’ scomparso a Milano il 14 ottobre ROBERTO SIGNORINI, studioso indipendente di teoria della fotografia.

Tra i vari libri che ha pubblicato, ricordiamo:

Arte del fotografico, C.R.T., Petite Plaisance, Pistoia 2001; Fotografia e paesaggio (con Marisa Galbiati e Piero Pozzi) Guerini, Milano 1996; JeanMarie Schaeffer, L’immagine precaria, tr. it.(con Marco Andreani), CLUEB, Bologna 2006; Il sogno di una scuola, (con Maria Luisa Tornesello)  Petite Plaisance, Pistoia 2006.

Alle origini del fotografico. Lettura di ‘The Pencil of Nature’ ( 1844-46 ) di William Henry Fox Talbot Bologna CLUEB 2007, in collaborazione con Petite Plaisance, Pistoia: presentato a Pesaro il 29 maggio 2008 presso la Biblioteca San Giovanni da Marco Andreani e Marcello Sparaventi.

Aveva generosamente consegnato al sito della SISF (Società per lo Studio della Fotografia), il suo ultimo volume: “Appunti sulla fotografia nel pensiero di Charles S. Peirce”.

Lo ricordiamo con affetto e ammirazione…

Il percorso di “Centrale Fotografia”


L’Associazione culturale “Centrale Fotografia” è nata con l’intento di divulgare la cultura fotografica nella provincia di Pesaro e Urbino e nelle Marche, ed ogni anno organizza a Fano (PU) nel mese di giugno, una rassegna di eventi a tema sulla fotografia e l’arte contemporanea, e altre iniziative culturali nel corso dell’anno. Ideatore e presidente dell’associazione è Marcello Sparaventi.

L’associazione nasce il 6 giugno del 2009 al Caffè Centrale di Fano (sede dell’associazione), con una serata in onore del grande fotografo senigalliese Mario Giacomelli.Nella prima edizione della rassegna, avente come argomento “la scuola marchigiana”, vennero ricordati con altre due incontri, Luigi Crocenzi e Giuseppe Cavalli, esponenti di rilevo di questa scuola. Nelle successive edizioni, ci si è avvalsi della collaborazione di Luca Panaro, docente di fotografia all’Accademia di Belle Arti a Brera; sono stati ospiti  di “Centrale Fotografia” personaggi di rilievo, tra  cui Franco Vaccari, Olivo Barbieri, Mario Cresci e Paolo Di Bello. La prossima edizione nel 2012, sarà la quarta, e avrà sempre la direzione artistica del critico e curatore Luca Panaro.

Tra le varie iniziative curate dall’associazione si segnalano:

il 3 ottobre 2009 in occasione della quinta “giornata del contemporaneo”, con il patrocinio di AMACI,  presso la Sala Lettura di Palazzo San Michele a Fano, presentazione della prima visione integrale di “FOTOGRAFIA ITALIANA  5 film 5 grandi fotografi” (Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Franco Fontana, Mimmo Jodice, Ferdinando Scianna), prodotti da Giart Visioni D’arte di Bologna e dalla Cineteca di Bologna.

Realizzazione della sigla di apertura della XXI edizione del Fano International Film Festival 2009, su invito del direttore artistico Fiorangelo Pucci; in collaborazione con il Teatrodelleisole.

Curatela della mostra a Fiorenzuola di Focara (PU),“Endoscopist 28.10 05.11 – Sierra Leone 2009,  un racconto visivo di Danilo Baroncini” con il patrocinio di Emergency, testo in catalogo di Alessandro Bergonzoni, edito da Omnia Comunicazione editore.

Organizzazione del “Laboratorio di fotografia a Colbordolo”, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e promozione del territorio del comune di Colbordolo (PU). La sesta edizione svolta dal 27 gennaio al 10 marzo 2010, è stata dedicata alla fotografia di paesaggio. Il corso è stato frequentato da sessanta iscritti provenienti dalla provincia di Pesaro e Urbino e dintorni, ed stata istituito il progetto “Scuola di Paesaggio” dedicato all’illustre teorico della fotografia Roberto Signorini (Milano 1947-2009).

Nel settembre del 2010, direzione del corso di fotografia nel Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo, organizzato dall’Ente Parco in collaborazione con “Centrale Fotografia”.

Il 2-3 ottobre 2010 organizzazione presso Villa Caprile a Pesaro, del seminario “il metodo nel linguaggio fotografico” con Piero Francesco Pozzi, docente di fotografia al Politecnico di Milano.

Nel 2010 viene organizzato in collaborazione con Omnia Comunicazione la mostra a Pesaro di Riccardo Gambelli, “Niny del Gruppo Misa”, l’ultimo testimone marchigiano del leggendario gruppo di Senigallia, a cura di Silvano Bicocchi e Marcello Sparaventi, libro edito da Omnia Comunicazione.

A Mercatello sul Metauro (PU) nel 2010, la mostra di Ferruccio Ferroni nel suo paese nativo, “1920 / 2010, nato a Mercatello sul Metauro / i novant’anni del fotografo Ferruccio Ferroni”, con la collaborazione della signora Lidia Barucca Ferroni; il catalogo contiene un testo di Manfredo Manfroi, presidente del Circolo fotografico “La Gondola” di Venezia.

Ideazione e organizzazione del “Corso di Fotografia “FANO-PESARO rileggere il paesaggio nelle due città”, che si è svolto dal 12 gennaio al 2 marzo 2011, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Fano, Mediateca Montanari Memo di Fano, con il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Partecipazione e ai Quartieri del Comune di Pesaro.

L’11 settembre 2011 nella Galleria Carifano di Palazzo Corbelli a Fano, incontro con Aldo Bottoli designer e docente di Percezione e Colore al Politecnico di Milano e Piero Pozzi fotografo e docente di cultura dell’immagine fotografica, sempre al Politecnico. I  due docenti hanno deciso di dar vita, in occasione del 150° dell’unità d’Italia al progetto “Viaggio nel paesaggio Italiano” in sella a due biciclette elettriche. Il lento viaggio a pedalata assistita, è partito l’8 settembre da Milano e si conculso a fine settembre in Sardegna. Gli autori di questo “viaggio come progetto” hanno fatto tappa a Fano, ed hanno incontrato i soci di “Centrale Fotografia”, per illustrare il senso del loro percorso alla riscoperta dell’Italia più vera.

Ideazione e organizzazione del corso di fotografia “FANO-URBINO luoghi e vie di comunicazione”, che si è svolto dal 5 ottobre al 20 novembre 2011, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Fano, Mediateca Montanari Memo di Fano, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Urbino e il patrocinio della Provincia di Pesaro e Urbino.

Dal 17 al 19 ottobre 2011, presso la Facoltà d’Architettura di Ferrara, la “Scuola di Paesaggio – Roberto Signorini” è stata invitata a collaborare al workshop “Orme”, ideato e curato dall’associazione “Basso Profilo”. Si è tenuta una conferenza sul tema “rileggere il paesaggio”, è stata organizzato un rilevamento fotografico di gruppo nel parco urbano di Ferrara, a cura di Cristian Vescovi e Marcello Sparaventi.

Il  20 ottobre 2011alla presso la sala Verdi del Teatro della Fortuna, si è svolta la presentazione in anteprima nazionale del libro “Tre strade per la fotografia” di Luca Panaro, edito da APM edizioni; sono intervenuti Ludovico Pratesi (Direttore Artistico Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro), Lucia Miodini (docente di Storia della fotografia, ISIA di Urbino), Luca Panaro (autore), Franco Mancinelli (Assessore alla Cultura, Comune di Fano) e Marcello Sparaventi.

Il 29 ottobre 2011 nella sala del ‘900 dei Musei Civici a Pesaro, è stato ricordato Giuseppe Cavalli, illustre fotografo, marchigiano d’adozione e divulgatore del linguaggio fotografico, tra i più influenti del secolo scorso. L’omaggio è stato celebrato a 50 anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Senigallia (An) il 25 ottobre 1961.L’incontro è anche l’occasione per presentare il catalogo “Il tono più alto. Omaggio a Giuseppe Cavalli, a cinquant’anni dalla sua scomparsa” curato da Daniele Cavalli e Marcello Sparaventi, e dove sono state pubblicate alcune tra le più significative immagini in bianco e nero di Cavalli, e le schede critiche scritte da Cesare Colombo.

Sulla rivista “Fotocult” del mese di novembre 2011, è stato dedicato un’articolo di approfondimento (sei pagine) dedicato alla mostra “sulla fotografia” a cura di Luca Panaro, che si è svolta dal 10 giugno 2011 al 3 luglio 2011, presso la Rocca Malatestiana a Fano, in occasione della terza edizione della rassegna annuale “Centrale Fotografia”; la mostra, citando il titolo del celebre saggio di Susan Sontag, proponeva una riflessione sulla natura della fotografia nella societa’ contemporanea.

“Il paesaggio naturale nel paesaggio antropico”, istallazione fotografica presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, dal 13 al 27 novembre 2011; immagini tratte dal corso di fotografia organizzato dall’Ente Parco San Bartolo in collaborazione con “Centrale Fotografia” e presentazione del video “Suoni Chiusi” di Gianluca Vincenzetti.

Un articolo di Marco Andreani

 

 

 

Tra gli eventi culturali di questa incerta estate 2009, va senz’altro segnalato il ciclo di tre incontri su La scuola fotografica marchigiana, intelligente rassegna d’esordio del gruppo CENTRALE FOTOGRAFIA, costituito per promuovere lo studio e la valorizzazione del patrimonio fotografico nel nostro territorio. Scaturita dalla passione di Marcello Sparaventi (fondatore del gruppo e già curatore di preziose iniziative espositive ed editoriali come quelle dedicate a Ferruccio Ferroni e Ando Gilardi), con la collaborazione del Teatrodelleisole, l’iniziativa si è svolta nelle sale gremite del Caffè Centrale, cuore del centro storico fanese. Scelta felice quella  del Caffè Centrale, che per tre sere è divenuto punto di incontro di studiosi, giovani artisti, semplici curiosi e personaggi storici della fotografia marchigiana e nazionale. Del resto, faceva notare Claudio Cesarini, spettatore illustre dell’evento, è nell’atmosfera calda e informale dei Caffè che è proliferata una parte essenziale dell’arte e della cultura del Novecento.

Questa prima tappa di CENTRALE FOTOGRAFIA non poteva non avere per protagonisti Mario Giacomelli, Giuseppe Cavalli e Luigi Crocenzi, i tre padri fondatori di quella tradizione fotografica marchigiana a cui qualunque fotografo nostrano appartiene, e con la quale ci si deve necessariamente confrontare: incredibilmente diversi l’uno dall’altro e capaci di trovare proprio nella provincia gli stimoli e la forza per imporsi in ambito nazionale e internazionale, questi autori costituiscono una fonte inesauribile di stimoli creativi e riflessioni. Colpisce la maniera niente affatto scontata con cui, durante le tre serate, sono stati presentati questi nomi eccellenti della fotografia – troppo spesso al centro di iniziative estemporanee, stanche e sterili ripetizioni di cose già viste e dette -, grazie soprattutto a un’accurata selezione dei relatori. Tutti gli studiosi intervenuti, infatti, avevano in comune una caratteristica essenziale: una conoscenza critica della materia, forgiata dallo studio diretto dei documenti d’archivio, unico vero antidoto contro il pigro perpetuarsi di comodi e riduttivi clichés.

Così, in una brillante alternanza di interventi orali, proiezioni di immagini e letture di testi e documenti inediti da parte di attori professionisti (il tutto rigorosamente e opportunamente filmato), Simone Giacomelli ha tracciato un originale profilo biografico del padre, Katiuscia Biondi, nipote dell’artista e Direttrice dell’Archivio Giacomelli di Sassoferrato (proprio così, a Sassoferrato è custodita una parte essenziale dell’Archivio Giacomelli, sconosciuta anche agli specialisti del settore, a riprova della superficialità con cui in italia si studia uno dei più grandi fotografi del Novecento), ha generosamente mostrato le foto straordinarie dell’inedita serie Le mie Marche, mentre Simona Guerra ha fatto ascoltare la viva voce dell’artista, attraverso spezzoni dell’ultima intervista rilasciata prima di morire; Giuseppe Tranali (il primo in Italia a studiare per ben due anni l’Archivio Crocenzi) e Giocondo Rongoni hanno fatto finalmente luce su molti aspetti della vasta opera fotografica e culturale di Luigi Crocenzi, autore decisivo – quanto poco conosciuto – per la fotografia italiana del dopoguerra, mentre il sottoscritto, che per anni ha avuto la fortuna di poter accedere ai documenti dei Fondi Crocenzi e Giacomelli, ha ricostruito l’inedito e fondamentale rapporto di collaborazione tra i due autori;  Daniele Cavalli, Direttore dell’Archivio Cavalli di Roma, ha fatto il punto sugli studi più recenti e aggiornati dell’opera del padre, mettendone in evidenza – al di là dei tradizionali e consunti schemi di lettura  – la raffinata complessità di linguaggio, ulteriormente approfondita dall’acuta lettura di Cesare Colombo (tra i principali storici della fotografia in Italia), svolta a partire da una serie di illuminanti accostamenti tra le immagini di Cavalli e quelle di altri protagonisti della fotografia lirica italiana, da Ferruccio Ferroni a Luigi Ghirri; infine, Lidia Ferroni Barucca, moglie di Ferroni, ha offerto una vivace e diretta testimonianza del clima in cui fiorirono, nella Senigallia degli anni Cinquanta, i sodalizi tra Cavalli, Giacomelli, Crocenzi e gli altri esponenti dei gruppi Misa e La Gondola.

Qualcosa si muove, insomma, sotto il sole di questa estate 2009. E l’inesauribile Marcello, già in fermento, promette un’edizione 2010 ancor più ricca e ambiziosa. In bocca al lupo.

 

Marco Andreani